"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 
 
L'ASSOCIAZIONE DEI "FOSSATESI NEL MONDO" CONTRO LA CENTRALE A CARBONE
 
 NELL'AREA DELL'EX LIQUICHIMICA DI SALINE JONICHE
 
 
 

Il No-Profit grecanico conto il carbone


Una nuova alba sta per sorgere nella nostra Area.

 

L'ho capito quando ho visto che decine di Associazioni, Circoli Culturali, Cooperative e Gruppi di Volontariato, hanno risposto ad un semplice invito che insieme ad altri abbiamo pensato di rivolgere al territorio per dare vita ad un "cartello di realtà aggregative contrarie alla Centrale a Carbone".

E non è una cosa da poco. Era difficile solamente pensare di organizzare una cosa del genere, figuriamoci realizzarla...invece ci stiamo riuscendo!

Segno che c'è una maturità che vuole gli spazi per esprimersi, che esiste un fronte che ha voglia di spendersi e che spera nel futuro di questo territorio. Segno che non tutto è perduto...

E ringraziamo soprattutto la SEI per aver fatto si che avvenisse questo risveglio, che ci si mettesse in marcia per "difendere" il territorio da un'opera distruttiva costruendo nel contempo un'immagine di ciò che vorremmo che quest'area diventi.

Le persone però a cui veramente dovremmo dire "grazie" sono i nostri politici, del passato e del presente, in tutt'altre faccende affaccendati invece che nel programmare e "concretizzare" investimenti per il risanamento ed il progresso (sostenibile) di quest'area.

No, scherzi a parte, dobbiamo ringraziare NOI STESSI e tutte le persone e le altre associazioni che si aggregheranno lungo il cammino verso quello che sarà certamente un autunno "caldo" e che ci vedrà in prima linea a difendere la nostra salute, il nostro territorio, il nostro futuro.

Ringrazio tutti i partecipanti alla riunione di ieri in cui è nato il "COORDINAMENTO" delle Associazioni contrarie al Carbone e favorevoli ad un programma alternativo di rilancio dell'area:

- Circolo Culturale Nuovi Orizzonti - Melito
- Associazione Culturale Nemesis - Saline
- Associazione Pro-Petedattilo - Melito
- Associazione Pro.Me.Teo - Melito
- Comitato Pro-Ospedale - Melito
- Pro Loco Saline J.
- Associazione Fossatesi nel Mondo - Fossato
- Azione Cattolica - Saline
- Agesci - Saline
- Ass. Pro Lazzaro- Motta
- Associazione Culturale Apodiafàzzi - Bova
- Pro Loco Motta S.G.
- UNPLI Reggio Calabria
- Apiot - Reggio Calabria
- Ass. Arghiropoulos - Saline
- Giovani Democratici - Condofuri
- Ass. Totò Rodà - Prunella
- Ass. L'Aquilone - Melito
- Fism Reggio Calabria
- Ass. Volley Saline
- A.C. Garibaldina - Saline
- Coop. Rinascita - Melito
- CTS Ambiente Prov. Reggio Calabria
- Ass. Laurentianum - San Lorenzo
- Associazione UrbanistiCalabria

VENERDI' 5 SETTEMBRE ALLE ORE 18, PRESSO "VILLA ROGNETTA" A SALINE JONICHE, 2° INCONTRO DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI E CONFERENZA STAMPA.

Tratto da http://federicocuratola.blogspot.com/
 

 

NO al carbone, SI ad un programma alternativo di sviluppo

L’ipotesi di realizzare una Centrale a Carbone rievoca spettri di un passato “pseudo-industriale”, tradito sul nascere, che ha provocato stravolgimenti e disastri sul nostro territorio. Una violenza inaudita che non ha tenuto conto delle vocazioniettri di un passato “pseudo-industriale”, tradito sul nascere, che ha provocato stravolgimenti e disastri sul nostro territorio. Dal fallimento di quel modello ad oggi sono passati più di trent’anni e niente è accaduto. Nulla è stato fatto per perseguire la riconversione dell’Area secondo sistemi compatibili con l’ambiente, con la nostra storia e con i nostri bisogni. E oggi come ieri i nostri bisogni e le nostre aspettative non sono compatibili con il progetto della S.E.I. che: - propone un impianto facendo leva sul bisogno di lavoro, promettendo ciò che non potrà mantenere in termini di occupazione; - un impianto che non attiverà, attorno a sé, un indotto economico significativo ma, al contrario, deprezzerà i valori degli immobili e delle attività commerciali ed agricole; - che produrrà emissioni diffuse di agenti inquinanti nocivi per la salute dei residenti; - che genererà un notevole danno ambientale diffuso in mare, attraverso l’innalzamento della temperatura dell’acqua, in aria con la coltre di polveri sottili ed in terra con la conseguente ricaduta di queste polveri. Niente lavoro, rischio per la salute, crollo dei valori immobiliari, inquinamento.
Di fronte a tutto questo dove sono i benefici? La Calabria ha un esubero di produzione energetica rispetto ai suoi consumi perciò l’energia prodotta andrebbe ad alimentare fabbriche ed abitazioni di altre Regioni del Paese, e va ricordato, a tal proposito, che la Calabria s’é fatta già carico dei problemi del Paese con il suo nulla-osta al rigassificatore da allocare nel porto di Gioia Tauro. Abbiamo già dato! Non vogliamo più assistere inermi a progetti imposti dall’alto e che non tengono conto delle vocazioni e delle reali potenzialità del territorio, ma pretendiamo di conoscere le previsioni ed i programmi che la Regione Calabria intende realizzare su questo territorio e con i quali, come affermato dal Presidente Loiero, la costruzione della Centrale non è coerente. Noi, il mondo dell’associazionismo dell’Area, ci proponiamo e siamo disponibili a promuovere la costruzione di un programma di sviluppo alternativo e sostenibile che valorizzi le risorse naturali, storico- culturali e paesaggistiche partendo dalle vocazioni naturali di questa porzione di territorio, convinti che la Centrale non rappresenti un volano di sviluppo ma l’ennesima e questa volta definitiva “mazzata”.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI
DEL TERRITORIO DELL’AREA JONICA
Da Montebelloblognews.com
 

Cancelliamo la Liquichimica

 
Il FAI ( Fondo per l'Ambiente Italiano), nell'ambito delle sue attività statutarie ha istituito la campagna «I luoghi del cuore». Questa campagna invita a votare contro ciò che rovina i luoghi più amati. Iluoghi che riceveranno più segnalazioni potrebbero essere concretamente risanati e restituiti ai cittadini. Lo staff di Montebello Ionico Blog News, pertanto, invita tutti i propri lettori ad esprimere un voto per la cancellazione dello stabilimento dell'ex Liquichimica Biosintesi di Saline. E' possibile votare compilando il forum che trovate qui. Solo se saremo numerosi potremo ottenere qualche risultato quindi vi preghiamo di contattare e chiedere l'adesione a quanta più gente possibile. Votare non costa nulla e potrebbe restituire ai nostri figli quello che la cattiva politica ha rubato a noi.

Per votare compila il forum che trovi all'indirizzo
http://www.iluoghidelcuore.it/

 
Da Montebelloblognews.com 

 

Le associazioni dell'Area Grecanica preparano il manifesto del NO al carbone
 

Il Coordinamento delle Associazioni contrarie alla Centrale a Carbone si riunirà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche per presentare pubblicamente il “Manifesto del No al carbone e del si ad un programma di sviluppo alternativo dell’Area Grecanica”.
Anticipando i punti forti del manifesto, ribadiamo la nostra netta contrarietà all’ipotesi di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a carbone e ci dichiariamo assolutamente favorevoli a promuovere e partecipare a processi decisionali volti allo sviluppo sostenibile della nostra Area.
Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Presidente Loiero apparse sui giornali nei giorni scorsi e siamo lieti della sua contrarietà al carbone anche se non è sufficiente affermare che “il progetto della Centrale non è coerente con i programmi della Regione”.
Serve un disegno chiaro, un impegno concreto, un programma realizzabile fondato sulle vocazioni naturali della fascia basso-jonica e sulle sue potenzialità.
Il Coordinamento, nella sua ferma intenzione di opporsi alla realizzazione della Centrale, da scongiurare a discapito di ogni altra ipotesi di sviluppo futuro e per le ricadute in termini di “danno” diffuso che ne conseguiranno, intende farsi promotore anzitutto di una capillare sensibilizzazione della popolazione e di tutte quelle iniziative utili alla causa, assumendo come prioritaria e legittima la battaglia per la salute delle generazioni attuali e di quelle future. Invitiamo pertanto la popolazione a partecipare numerosa all’incontro che, ripetiamo, si terrà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche.
IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI NO AL CARBONE
 
Da Montebelloblognews.com 

 

IL MANIFESTO DELLE ASSOCIAZIONI

NO AL CARBONE,

SI AD UN PROGRAMMA ALTERNATIVO DI SVILUPPO

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L’ipotesi di realizzare una Centrale a Carbone rievoca spettri di un passato “pseudo-industriale”, tradito sul nascere, che ha provocato stravolgimenti e disastri sul nostro territorio. Una violenza inaudita che non ha tenuto conto delle vocazioni naturali dell’Area ed ha negato la possibilità di un percorso di sviluppo all’intero comprensorio.

Dal fallimento di quel modello ad oggi sono passati più di trent’anni e niente è accaduto. Nulla è stato fatto per perseguire la riconversione dell’Area secondo sistemi compatibili con l’ambiente, con la nostra storia e con i nostri bisogni.

E oggi come ieri i nostri bisogni e le nostre aspettative non sono compatibili con il progetto della S.E.I. che:

 - propone un impianto facendo leva sul bisogno di lavoro, promettendo ciò che non potrà mantenere in termini di occupazione;

 - un impianto che non attiverà, attorno a sé, un indotto economico significativo ma, al contrario, deprezzerà i valori degli immobili e delle attività commerciali ed agricole;

 - che produrrà emissioni diffuse di agenti inquinanti nocivi per la salute dei residenti;

 - che genererà un notevole danno ambientale diffuso in mare, attraverso l’innalzamento della temperatura dell’acqua, in aria con la coltre di polveri sottili ed in terra con la conseguente ricaduta di queste polveri.

Niente lavoro, rischio per la salute, crollo dei valori immobiliari, inquinamento.

Di fronte a tutto questo dove sono i benefici?

La Calabria ha un esubero di produzione energetica rispetto ai suoi consumi perciò l’energia prodotta andrebbe ad alimentare fabbriche ed abitazioni di altre Regioni del Paese, e va ricordato, a tal proposito, che la Calabria s’é fatta già carico dei problemi del Paese con il suo nulla-osta al rigassificatore da allocare nel porto di Gioia Tauro. Abbiamo già dato!

Non vogliamo più assistere inermi a progetti imposti dall’alto e che non tengono conto delle vocazioni e delle reali potenzialità del territorio, ma pretendiamo di conoscere le previsioni ed i programmi che la Regione Calabria intende realizzare su questo territorio e con i quali, come affermato dal Presidente Loiero, la costruzione della Centrale non è coerente.

Noi, il mondo dell’associazionismo dell’Area, ci proponiamo e siamo disponibili a promuovere la costruzione di un programma di sviluppo alternativo e sostenibile che valorizzi le risorse naturali, storico-culturali e paesaggistiche partendo dalle vocazioni naturali di questa porzione di territorio, convinti che la Centrale non rappresenti un volano di sviluppo ma l’ennesima e questa volta definitiva “mazzata”.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI

DEL TERRITORIO DELL’AREA JONICA

 

La parola a Carlo Rubbia

In una recente intervista, Carlo Rubbia ( premio Nobel per la fisica )  ha dichiarato:

“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.

" Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.

“ Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."

" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.

“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.

"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.

Se è così semplice, perché allora non si fa?

“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)

 

  

  Analisi

Nel periodo 1990 – 2005 il consumo energetico totale in Europa è aumentato del 14 %, nonostante miglioramenti nell’efficienza dell’uso dei combustibili e della produzione di elettricità.Nel 2000 il 79 % del fabbisogno energetico totale dell’UE era coperto da combustibili fossili (petrolio, gas e carbone), il 15 % dal nucleare, e il 6 % da fonti rinnovabili ( 5 % da centrali idroelettriche e solo 1 % da impianti solari, eolici, geotermici e da biomasse).

 traffico a Milano

Impatto del consumo energetico

Il consumo di energia non rinnovabile porta all’impoverimento delle risorse naturali e ha un impatto notevole sull’ambiente, in particolare sull’atmosfera. L’emissione di CO2 è alla base di quasi tutte le fonti energetiche oggi in uso. Inoltre la trasformazione di alcune sostanze presenti nei combustibili o nell’aria causa il rilascio di diversi inquinanti dannosi sia per la salute degli esseri umani che per gli ecosistemi.

 

Emissioni di gas serra: Le emissioni di diossido di carbonio sono responsabili del surriscaldamento del pianeta. Il protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005, si propone di ridurre queste emissioni.

 

 

Paese

Emissioni in milioni di tonn. met. (2001)

Emissioni pro capite in tonn. met.

Cambiamento in % dal 1990

Unione Europea

4108

8,3

-      2,0 

Danimarca

52

9,7

+     4,0

Francia

373

6,3

+     2,5

Germania

862

10,5

-    11,0

Italia

425

7,4

+     7,1

Paesi Bassi

176

11,0

+   12,8

Regno Unito

556

9,4

+     0,0

Russia

1524

10,5

-    28,5

Spagna

286

7,0

+   34,9

Ungheria

56

5,6

-    17,6

In confronto: Mondo

24002

3,9

+   13,2

In confronto: Stati Uniti

5689

19,8

+   17,3

In confronto: Bangladesh

32

0,2

+ 129,0

 
Sources: http://earthtrends.wri.org    and  EEA Technical Report 2003

 

 
 

Cambiamenti climatici

 
 

Tra gli scienziati c’è un consenso generale a livello mondiale sul fatto che parte dell’attuale
surriscaldamento dell’atmosfera e dei conseguenti cambiamenti climatici è dovuta alle attività umane. E’ ampiamente accettata anche l’idea che la temperatura non dovrebbe aumentare di più di 2° C rispetto ai valori pre-industriali, se vogliamo evitare il rischio di danni ambientali che metterebbero a rischio l’intera civiltà umana.

Le temperature in Europa sono aumentate finora di circa 1,2 ° C rispetto ai livelli pre-industriali. Il rilascio di gas serra nell’atmosfera è a un livello mai raggiunto in precedenza. Se questa tendenza continuerà per altri decenni, le temperature potrebbero salire di 3 o 4 gradi, provocando alterazioni climatiche come siccità e alluvioni, che incidono sulla produzione alimentare. Un tale aumento della temperatura potrebbe inoltre modificare le correnti marine, portare al collasso le foreste tropicali e le distese di tundra, causando il rilascio supplementare di metano nell’atmosfera. Il livello dei mari è cresciuto da 10 a 20 cm sulle coste europee e potrebbe alzarsi di ulteriori 10 fino a 90 cm entro il 2100.

 Inquinamento dell’aria

Le emissioni di nitrogeno e ossido solforico da combustibili fossili sono responsabili dell’acidificazione e delle piogge acide. Polveri sottili, inquinanti organici persistenti e metalli pesanti hanno un effetto estremamente dannoso sulla salute umana. Altri inquinanti come composti organici volatili sono responsabili della formazione di ozono troposferico e anche altri inquinanti fotochimici sono pericolosi per esseri umani e piante. Lo strato dell’ozono sopra l’Europa diminusce del 4 – 5 % ogni dieci anni.

I combustibili fossili hanno oggi un impatto minore sulla qualità dell’aria rispetto al passato, perché il gas naturale ha in parte sostituito petrolio e carbone e tecnologie come catalizzatori sono ampiamente in uso. Nonostante ciò, la produzione di energia elettrica e il trasporto su strada rimangono i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria.

Ci sono state riduzioni sostanziali delle emissioni di gas acidi in tutta l’Europa con la prospettiva di raggiungere gli obiettivi posti per il 2010.

 Energia nucleare

Circa un terzo dell’elettricità consumata in Europa proviene da centrali nucleari. Ci sono notevoli differenze fra i vari paesi: in Francia il 78 % dell’elettricità proviene dal nucleare, in Italia invece solo il 4.6 %. Dopo l’incidente di Cernobyl l’Italia aveva deciso di smantellare le sue 3 centrali nucleari, continuando però ad importare elettricità proveniente da centrali nucleari francesi. Belgio, Germania, Svezia e Spagna hanno deciso di non installare nuovi impianti nucleari, mentre la Finlandia ha recentemente approvato la costruzione di un nuovo reattore.

Al di là del rischio di incidenti nei reattori, il problema principale sta nello smaltimento e deposito delle scorie nucleari. Queste sostanze hanno un tempo di semi-disintegrazione di centinaia o migliaia di anni ed è irresponsabile lasciarle in eredità alle future generazioni. Inoltre bisogna tener conto dell’elevato costo di gestione delle scorie e di demolizione dei reattori alla fine del loro ciclo vitale (circa 40 anni).

 Trasporti

I volumi di trasporto, sia di persone che di merci, sono in continuo aumento. L’80 % dei trasporti avviene ormai su strada. E’ in forte aumento il traffico aereo altamente inquinante, mentre sono in declino i due modi più sostenibili, ossia le ferrovie e la navigazione.

Quasi tutto il fabbisogno energetico del settore trasporti è coperto da derivati del petrolio. L’aumento nell’uso di energia per i trasporti è stato del 23 % negli ultimi 10 anni e continuerà a crescere rapidamente. Nel 2000 il settore dei trasporti era responsabile del 33 % del consumo totale di energia in Europa.

Anche se negli ultimi anni sono stati applicati notevoli miglioramenti tecnologici ai motori catalitici, i risparmi ottenuti sono stati più che compensati dagli aumenti nella domanda di trasporti.

Abitazioni

La popolazione europea si concentra negli agglomerati urbani. Si prevede che nel 2025 l’80 % della popolazione vivrà nelle città. Considerare aspetti ambientali nella progettazione di città ed edifici riveste quindi un’enorme importanza. Il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici richiede oggi enormi quantità di energia.

 Industria

L’industria europea ha compiuto degli sforzi per migliorare l’efficienza energetica, ma rappresenta ancora un settore ad alto consumo energetico. Quasi il 30 % dell’energia viene assorbita dal settore industriale. Numerose direttive e leggi nazionali hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive.

Denuncia

Lo stile di vita e l’organizzazione delle nostre città, industrie e mezzi di trasporto corrisponde a un sistema capitalistico sviluppato centinaia di anni fa, ma che oggi, anche nelle migliori condizioni, non garantisce eguaglianza di diritti e di opportunità. Questa situazione è dannosa sia per la società che per l’ambiente naturale.

Ci troviamo oggi di fronte al problema del riscaldamento del pianeta, uno dei problemi più seri e complessi mai affrontati. Inoltre i combustibili fossili, sfruttati irrazionalmente e in modo insostenibile da pochi paesi, sono una risorsa limitata per il cui controllo sono già state combattute diverse guerre. La dipendenza da queste risorse è deleteria sia per motivi logistici che morali.

Negli ultimi decenni il problema dell’effetto serra è diventato più evidente e si è sviluppato un approccio globale. Oggi è necessaria però un accelerazione nell’applicazione di misure concrete. La recente entrata in vigore del protocollo di Kyoto è un primo passo nella lotta contro la dipendenza dai combustibili fossili, a cui dovranno seguire però delle misure più incisive. Finora le conseguenze concrete di questi accordi internazionali sono state insignificanti.

L’industrializzazione del nostro continente ha causato dei danni ambientali non solo a casa nostra ma anche nelle regioni più povere del pianeta. Avendone tratto benefici economici, l’Europa dovrà ora farsi carico anche delle conseguenze negative.

Proposte

Noi europei dovremo diventare i protagonisti dello sviluppo di nuovi metodi per produrre, distribuire e usare energia. L’Europa deve costruire strutture economiche partecipative, adottare tutte le soluzioni ambientali già oggi disponibili, incentivare l’implementazione delle migliori soluzioni esistenti, appoggiare fortemente la ricerca di nuove soluzioni e scoraggiare i modelli di produzione, distribuzione e consumo dannosi.

 Generazione di elettricità

  • Adozione delle risorse rinnovabili al posto dei combustibili fossili. Forte sviluppo dell’energia solare (sia termica che fotovoltaica), geotermica, idroelettrica e la biomasse (escludendo la torba).

  • No agli inceneritori che producono energia attraverso la combustione di rifiuti, perché la produzione di rifiuti inutili richiede a sua volta energia. Sarà quindi più interessante cambiare i modelli di consumo minimizzando i rifiuti, piuttosto che ritrasformarli in energia.

  • L’obiettivo dell’UE di raggiungere nel 2010 una quota del 12 % di energia da fonti rinnovabili è insufficiente. Con il dovuto appoggio di governi e imprese, metà dell’elettricità usata in Europa dovrà provenire da fonti rinnovabili nell’arco di 20 anni.

  • Nel frattempo, per soddisfare la domanda che non potrà essere coperta da fonti rinnovabili, le centrali a ciclo combinato alimentate da gas naturale costituiscono il modo più efficiente e meno inquinante di ottenere elettricità da combustibili non rinnovabili.

  • La fissione nucleare dev’essere abbandonata in tutti i paesi europei, continuando però le ricerche per arrivare a realizzare impianti a fusione nucleare. Le ricerche e i loro risultati dovranno diventare accessibili a tutti i paesi europei e anche alle regioni meno industrializzate del pianeta.

 Trasporti

  • Incentivazione dei mezzi meno inquinanti come trasporto ferroviario e navigazione al posto del trasporto su strade e quello aereo. Il problema maggiore si pone nei centri urbani, dove dovranno essere implementati dei piani che sviluppano il trasporto pubblico, riducendo la circolazione delle automobili private. Numerose città europee sono riuscite a diminuire notevolmente la circolazione delle automobili anche grazie allo sviluppo di reti di piste ciclabili. Legislazioni appropriate e tasse possono essere utili, ma qualsiasi misura in questo campo dovrà essere accompagnata dallo sviluppo di una rete di servizi pubblici di alta qualità e accessibile a tutti. I criteri ambientali devono essere presi in considerazione in qualsiasi progetto urbanistico.

  • Adozione di mezzi che usano carburanti a basso inquinamento. Automobili elettriche e ibridi possono essere una soluzione per migliorare la qualità dell'aria in zone ad elevato inquinamento. I governi europei dovranno incentivare la produzione e commercializzazione di biocombustibili.

  • Anche l'idrogeno è una risorsa futura per il trasporto su strada. Tuttavia allo stato attuale c’è bisogno di più energia per produrre idrogeno di quanta ne rilascia poi al momento dell'utilizzo. E' necessario mettere a disposizione i fondi necessari per ulteriori ricerche e progetti pilota in questo campo.

Abitazioni

  • Adozione di criteri ambientali nell'edilizia per sfruttare le enormi possibilità di risparmio energetico nel riscaldamento e per l’aria condizionata. Incentivi economici per la produzione locale di elettricità attraverso pannelli solari. Mediante adeguate legislazioni si dovrà far sì che tutte le nuove costruzioni realizzate in Europa rispettino elevati standard ambientali.

Industria

  • Le amministrazioni pubbliche dovranno intervenire per far applicare sul campo le più recenti tecnologie e legislazioni ambientali e per incentivare le ricerche e l'innovazione.

  • Programmi di risparmio energetico e uso di fonti rinnovabili.
impatto ambientale dei combustibili fossili

 
I prodotti di scarto delle combustioni, le sostanze volatili incombuste e gli additivi della benzina, accumulandosi nell'atmosfera, possono provocare gravi inquinamenti.

Il monossido di carbonio, gli ossidi di zolfo e di azoto, il piombo e gli idrocarburi sono detti inquinanti atmosferici primari.
In particolari condizioni climatiche, e cioè quando l'aria non circola e gli inquinanti permangono a lungo nell'atmosfera, si verificano reazioni chimiche, favorite dalla luce del sole, che danno luogo a un insieme di prodotti, denominati nel loro complesso "smog", e che rappresentano gli inquinanti atmosferici secondari.
Un discorso a parte va fatto per l'anidride carbonica, la quale � un componente naturale dell'aria, ed � indispensabile per tutti i processi biologici, ma � anche responsabile della regolazione della temperatura dell'aria.
 Gli ossidi di zolfo e gli ossidi di azoto, che si generano primariamente o secondariamente dalla combustione del carbone e dei derivati del petrolio, provocano il fenomeno delle piogge acideCombinandosi con l'acqua piovana, gli ossidi di zolfo si trasformano in acido solforoso solforico e gli ossidi di azoto in acido nitroso e nitrico, e poi ricadono al suolo. L'effetto di queste piogge � progressivo e insidioso, esse producono un accumulo di acidi nel terreno e nelle acque dei fiumi e dei laghi, danneggiando gravemente gli ecosistemi, a partire dalla vegetazione.
 L'enorme immissione di CO2 nell'atmosfera impedisce alla Terra di reirradiare nello spazio l'energia che riceve dal Sole, provocando un aumento dell'effetto serra, cioè un innalzamento della temperatura media dell'aria, che, a sua volta, provoca l'aumento della temperatura media dei ghiacci, determinandone un parziale scioglimento con conseguente innalzamento del livello del mare, e quindi la sommersione delle regioni costiere, che, come � noto, sono le regioni pi� popolate della Terra.
Lo smog, il piombo e il monossido di carbonio agiscono in modo diretto sulla funzione respiratoria dei viventi, provocando gravi malattie polmonari.


impatto ambientale dei combustibili fissili

  Lo sfruttamento dell'energia nucleare comporta l'impiego e la produzione di materiali che emettono radiazioni a, b o g che danneggiano in modo grave i tessuti biologici, in quanto possono intaccare il patrimonio genetico delle cellule, causando il cancro o mutazioni genetiche ereditarie.

    I rischi possono essere immediati o futuri. Quelli immediati sono rappresentati dalla radioattività che tali impianti sprigionano nelle zone dove sono installati, dai fluidi di raffreddamento contaminati e dal pericolo di incidenti fortuiti, che prima sembravamo tecnicamente impossibili, ma che gli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl hanno dimostrato tragicamente probabili. Quelli futuri provengono dall'accumulo delle scorie della fissione, che conserveranno per millenni la loro radioattività residua.
    La seguente tabella riassume le caratteristiche di alcuni radionuclidi e i loro effetti sull'organismo:


impatto ambientale delle fonti rinnovabili

    Anche l'utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, pur presentando l'indubbio vantaggio della non esauribilità può essere causa di squilibri ambientali. Lo schema seguente riassume i principali problemi collegati all'impiego massiccio di queste risorse.
 

TIPO DI ENERGIA  IMPATTO AMBIENTALE
energia solare a causa della bassa resa degli impianti, le centrali solari occupano vaste estensioni di terreno, che devono essere sottratte ad altre attività, per esempio alla produzione agricola
energia eolica i mulini delle centrali eoliche provocano un inquinamento acustico non indifferente, e non possono essere collocati a grandi distanze dai centri abitati, a causa delle perdite di carico che si verificherebbero
energia idrica i grandi bacini artificiali hanno effetti devastanti sul paesaggio, perché la costruzione di un invaso determina l'evacuazione della popolazione e degli animali, e provoca la sommersione della vegetazione; il bacino, inoltre, impedisce il deflusso dei sedimenti al mare, causando l'impoverimento degli ecosistemi marini. Gli impianti, sono opere ingegneristiche e sono soggette all'errore o all'incuria: gli incidenti che possono verificarsi causano stragi (come accadde alla diga del Vajont: il cedimento della montagna provocò più di 2000 morti)
energia dalle biomasse le aree per le coltivazioni adibite alla produzione di energia sono situate per lo più nei paesi del Sud del mondo, dove invece sarebbe importante favorire le colture a scopi alimentari!!!  
Il disboscamento intenso, così come si verifica oggi,  provoca un'alterazione climatica locale a favore della desertificazione, e più globalmente, causa un incremento della CO2 atmosferica, aumentando l'effetto serra.