"FUSSATOTI" RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

S. Antonio Abate

S. Antonio Abate, quello che porta con sé ai piedi della statua il porcellino, è da sempre considerato dalla tradizione di Fossato il protettore degli animali domestici. Oltre che  patrono del fuoco.

Per questo Santo c’era una particolare devozione. Ci si raccomandava a Lui perché proteggesse gli animali e facesse ingrassare bene i maiali che ogni famiglia cresceva per le esigenze sfamatorie (altri tempi) della propria famiglia. E naturalmente ci si disobbligava  per la protezione benevolmente accordata portando un capicodhu, il migliore, saddizzi e suppizzati al Parroco.

La statua veniva portata in processione per le vie del paese il giorno della ricorrenza che cade il 17 gennaio. A proposito della statua si racconta quello che segue.

Parecchi anni a Fossato non c’era la statua del Santo. Il prete di allora, in occasione della festa, la chiedeva in prestito all'Arciprete di Montebello. Naturalmente passata la festa la statua veniva restituita ma come compenso, era obbligo donare all'Arciprete  un certo numero di capicolli. Ne era particolarmente liccuni, per non dire ùbbitu. Quando si saziava, per l'anima sua,  e ce ne voleva, gli luceva il pelo come il curato di S. Pantaleo. E senza remissione sistematicamente  li pretendeva dai  fussatoti.

Con il passare degli anni sia al vecchio parroco che a tutti i paesani non gli calava più l'obbligo di queste dissanguanti donazioni (si toglieva il mangiare dalle numerose bocche dei familiari da sfamare). Allora si fece la colletta e con grandi sacrifici fu comprata una bella statua di carta pesta. Ma l'Arciprete di Montebello aveva saputo da un delatore qualche giorno prima della consegna che i fussatoti avevano  comprato una loro statua.  E mandò ambasciata al Dittereo che avrebbe fatto pasta di saddizzu a pietrate coloro che avessero osato portare la statua a Fossato. Avrebbero necessariamente dovuto passare per lo Stretto e se li sarebbe scialati a pietrate dall'alto. I paesani tuttavia nottetempo e in assoluto silenzio riuscirono a farla ai montebellesi che facevano la guardia allo Stretto dalle loro case. La statua di S. Antonio fu così portata a Fossato e i capicodhi se li prese il Dittereo lasciando con un palmo di naso l’Arciprete  di Montebello.

 Ricordo che nella mia fanciullezza la statua era custodita in una grande nicchia alla sinistra guardando l'altare. Credo che all'inizio degli anni '70, parroco Don Angelo Meduri, fu comprata un'altra, cioè quella che oggi viene portata ancora in processione per le vie del paese.

La processione del 17/01/2007

 


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