"FUSSATOTI" RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 






 

L'OSPITE DELLA I^ SETTIMANA

Domenico Principato

Carissimo signor Pellicanò, è con vero piacere che scrivo la mia prima mail per il sito che lei ha allestito su Fossato. Le faccio i miei più vivi complimenti (oltre che gli auguri di buon anno) e la ragione per cui io la ringrazio e le scrivo è molteplice.  Per prima cosa affermo così come mi hanno insegnato,che un paese senza storia è un paese senza futuro! Lei con il suo lavoro e con l'ausilio di molti volenterosi è riuscito a sottrarre dal disfacimento,quello che ancora rischiava di essere inghiottito dalla trascuratezza dei tempi e dall'inconsapevolezza dei pochi rimasti.
Il grande Antonio Gramsci (maestro di filosofia di vita,di quell'arte del vivere che si apprende da soli vivendo giorno per giorno) in una delle sue lettere dal carcere manda ai lettori un grande insegnamento, egli dice: "Bisogna amare il proprio paese e al contempo essere superiori alle condizioni del momento".
Mai tanta saggezza fu più gradita a me giovane lettore e studente. Affiancai tempo dopo a questa frase quella di un autore inglese o americano di cui adesso il nome purtroppo mi sfugge ,la quale diceva: "Non giudicare i luoghi, bensì i singoli".
Da quel momento ho capito molte cose, la rabbia degli anni adolescenziali lasciava il posto ad una razionalità più viva e più nuova, l'odio contro il mondo e gli spazi del vivere quotidiano cedevano il passo alle idee e al miglioramento.
L'esperienza de " il lume" era miseramente fallita ( e per carità non entro nel merito delle questioni), tuttavia bisognava andare avanti,ho cercato di guardarmi intorno, ma la generazione che io sognavo era assente,nel frattempo gli anni passavano tra una pagina del " capitale" ed una delle "tesi di aprile",il degrado dei contenitori politici con i suoi contenuti mi passava di fronte imperterrito e impetuoso,le idee morivano senza farti un saluto..
Avanzavano di nuovo gli spettri del dissolvimento socio-culturale,delle memorie perdute..
Avevo 12 anni quando nacque il lume,mio padre stesso collaborò se non ai progetti ideali quantomeno a quelli delle strutture materiali eseguendo dei lavori nella prima sede a fossatello ;avevo 17 quando il lume si spense e non feci in tempo a prendere la tessera, rimasi deluso perché confidavo in quell'associazione,la vedevo come una grande fucina di idee e commenti e progetti..
Essa tuttavia nel suo breve corso di vita aveva pur sempre lasciato qualcosa di positivo,qualcosa che nel nostro paese in 60 anni di repubblica non  si era mai vista:
1- il gusto della piazza intesa come centro di dialogo e di idee (così come richiede il pensiero greco che vede in essa un luogo dove il popolo decide di autodeterminarsi e costruirsi con le idee)
2- il piacere dell'informazione su ciò che accade intorno a noi
3-la passione per la storia e per le tradizioni
Una sorta di piccolo programma di quattro punti e più che si è lasciato scrivere con mano giovanile e pura,e che con caparbietà resisteva e resiste a tutto.
Ha resistito e resiste a i galoppini politici di qualunque frangia partitica,ha resistito e continua a resistere al cancro sociale dei tempi nostri: quel " familismo amorale" che combattiamo con tanta razionalità,ha resistito all'incubo dell'ignoranza e alle critiche.
Ed infatti si spegneva un lume che era in realtà una lumera di miccia e di olio fatta a uso e consumo quinquennale e si apriva un faro di natura elettrica e telematica, ed infatti è nato questo sito e il Blog su montebello ionico.
Si è in seguito notato che poche erano le persone a essere a contatto con questo tipo di informazione e si è sottoscritti una petizione per il servizio adsl della quale si ringraziano il comitato promotore, i firmatari e,per parcondicio ,il comune e la comunità montana versante delle stretto per ciò che hanno fatto nei limiti delle loro possibilità.
Oltre questo sito,il Blog su montebello ionico, è UN SEGNALE SEMPRE ACCESO su ciò che ci circonda e sui  nostri problemi, grazie al vostro interesse la gioventù di fossato,del fossato migliore è attiva ed in fermento e la piazza si è trasformata (per quello che può )in una calderone di idee.
Vedete,molte delle nostre migliori menti paesane ci sono state sottratte, quali dal destino quali dalla sfortuna dei tempi sbandati,ma questo sito e altri consente loro incessantemente di lavorare anche lontano da noi, un merito questo che deve esservi riconosciuto pienamente.
Buona parte della storia del paese,delle mie origini,adesso non mi appare più come una favola, è Storia, come vedete con la esse maiuscola.
Ogni civiltà, ogni paese civile che si rispetti, sorge sul culto e sulle vestigia degli antichi mores maiorum dei padri antichi e sulla loro storia, su quel "come eravamo" che mai e poi mai deve essere cancellato o dimenticato.
Non ha forse Roma offerto gloria e onore patriottico ai propri cittadini grazie ai mores,agli usi civili,e alla sua storia leggendaria?
E  la Grecia Antica non fece ugualmente?
E questo sito allo stesso modo è un omaggio che noi facciamo ai nostri padri e alla nostra storia passata,al nostro paese tutto.
Non è forse questo un culto che ci inorgoglisce?
Si,lo è e ne andiamo fieri! Ne andiamo fieri perché malgrado la stupidità e la violenza dei tempi,cogliere la filosofia del passato e delle nostre tradizioni agresti è cemento essenziale per capire il presente e ricostruire il futuro,un futuro fossatese che deve ritornare in mano fossatote,un futuro di sviluppo!
Sviluppo che non deve intendersi solo nel senso economico,ma anche (ed è ciò che più conta) dal punto di vista morale, sociale e spirituale!

Non mi vergogno a dirlo ma anni fa,prima di essere a conoscenza di questo sito e del vostro operato dedito alla ricerca, scrivevo tali parole  su un quaderno in cui gettavo le mie prime riflessioni giovanili sulla nostra realtà (segue testo)..
"riflettevo giorni addietro sul significato di etnocidio,il quale sarebbe una species del più vasto genus "genocidio" mirato all'annientamento culturale di un popolo al fine di omologarlo ad un'altra, diversa, e più vasta cultura di massa. Il tema in questione si intreccia perfettamente con una discussione fatta in piazza sulla perdita delle tradizioni nostrane che più ci contraddistinguono! Lo spunto di riflessione ci venne da una piccola osservazione fatta dal maestro e prof. Paolo Nicolò,il quale ci disse che assistendo ad una serata culturale presso alcuni paesini della costa ionica calabrese,affermò di aver visto una esibizione di un gruppo folkloristico greco( Spettacolo etnico che derivava dal fatto che si era stipulato un gemellaggio di natura culturale tra i paesi della magna grecia e i cugini del Peloponneso).
Il prof continuava il suo racconto affermando di aver intrapreso un dialogo con il maestro di ballo greco,il quale insisteva nel dire che la bravura e la agilità dei ballerini era dovuta al fatto che ogni paesino anche il più piccolo,foss'anche di 100 abitanti,possedeva un proprio gruppo musicale e ciascuno persevera nel tramandare le tradizioni e i costumi a partire dai 5 anni di età.
All'epoca estrapolavo le seguenti conclusioni (segue testo) :
"ovviamente tutto questo attaccamento culturale a Fossato non esiste, è improbabile che nascano le menti e fiorisca la cultura necessaria perché tutto questo accada! Il fatto di aver parlato solo di un gruppo folk è solo uno stupido anneddoto per dire che abbiamo bisogno di storia, di storia, di storia! Ci siamo troppo omologati! La cosa che più ci colpisce è che la deriva delle nostre radici non rappresenta nient'altro che un suicidio culturale del nostro popolo! Un etnocidio appunto!
Un etnocidio che è però atipico,infatti esso non ci è stato imposto con la forza né in volta di una più  evoluta e diversa cultura di massa. Un etnocidio, mi sia consentito dire, che ci siamo autoimposti,frutto del lassismo,dell' ignoranza e di altre più futili passioni.
Un etnocidio che ha fatto sì che perdessimo la nostra cultura senza progettare per noi un paese migliore, anzi.si sprofonda giorno per giorno in una barbarie crudele e senza tempo."

Naturalmente solo gli stupidi non cambiano opinione! Infatti all' epoca non conoscevo né avevo fatto i conti con il paese migliore, quello che recupera la storia,quello per cui niente deve andare perduto perché è gia abbastanza quello che abbiamo perso,quello che ricostruisce le ceneri di un mondo che mondo non è più.
Tuttavia qualcosa di vero in quel passo che avevo scritto era presente nelle ultime frasi finale:
".abbiamo perso le nostre tradizioni e ci siamo ostinati a tenere in vita i fantasmi rozzi e cattivi del nostro passato."(riferimento al fatalismo e alla rassegnazione)

Abbiamo vinto una sfida ,abbiamo recuperato noi stessi e il nostro passato, ed è gia tanto per un paese che vediamo morire giorno per giorno. Ora rimane per il nostro popolo e per la nostra società vincere con razionalità le brutture del passato,cercando di var vivere in simbiosi ed in un solo afflato tradizione e progresso.

Ricordo che una notte del 15 agosto mentre il paese era in festa,alcuni giovani fossatesi esposero uno striscione in cui vi erano impresse queste parole : VIVERE A FOSSATO E' UN NOSTRO DIRITTO,MIGLIORARLO UN NOSTRO DOVERE.
Queste parole nient'altro sono che la via maestra,la nostra stella polare.
Costerà sacrificio tramutarle in azione ma sono fiducioso nelle volontà.

Mi sia consentito prima di concludere questa mia prima mail a cui spero seguiranno altre, molto più costruttive,volte all'arricchimento del sito anche da parte mia,ringraziare di cuore voi signor Pellicanò, tutti quelli del Blog di montebello per il lavoro che svolgono (la democrazia vive anche di loro), e in modo particolare Giovanni Crea  per l'ottima recensione sul mio libro apparsa su questo sito , sul BLOG e sul "L'Altro Aspromonte", a Fabio Macheda sempre in prima linea quando si tratta di idee,di informazione e di democrazia e dulcis in fundo  al dottor Santo Aquilino ( u rriccu)
   Il quale mi ha fatto capire la semplicità e la saggezza del passato, il pensiero di zio Cirivillino, l'amore per la scrittura,la cultura,la passione per il dialetto, e per avermi raccontato tutto quello che c'era da sapere sui luoghi del passato dove ho camminato, sui loro aneddoti ,sulla poesia dialettale.
Sia d'esempio a noi giovani d'oggi quello che lui ha insegnato e insegna seduto sul muretto che guarda verso gli orti di pampogna, valga per tutti il suo esempio al sacrificio, al lavoro,alla resistenza e alla lotta. Continui questo spirito intellettuale che è nato per far uscire questo paese dalle brutture del mondo e del sud.
                                                             Infiniti ringraziamenti
                                                                                Principato Domenico
 

 

 

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