"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 






 

Le scuole ed i suoi insegnanti dal 1955 al 1960

Ho cominciato le scuole elementari nell'anno scolastico 1955/1956. Ero un bambino piuttosto cicciottello e di bassa statura. La mamma mi iscrisse nella scuola che aveva la sede quasi in Piazza, precisamente nella stanzetta di fronte alla strada che faceva parte della casa del Segretario. Il signor Francesco Pellicanò  (U Sigritariu) era impiegato del comune e lavorava nella delegazione municipale di Fossato. Ormai sono passati oltre 50 anni, ma  mi ricordo ancora di gran parte dei compagni di scuola, una sezione, dati i tempi, severamente maschile. Maestro era il Sig. Calabrò Francesco di S. Luca, mio primo cugino. La mamma, sua zia,  in lui riponeva la massima fiducia sia come insegnante che come educatore. Allora in quell'aula i banchi erano in totale 10; a doppio posto, tutti in blocco con il sedile e con il buco del calamaio dell'inchiostro. Sì inchiostro, perché allora le penne a sfera ancora non erano in circolazione a Fossato. Sinceramente la penna, ovvero quel bastoncino rotondo lungo circa 15 cm. alla cui estremità era alloggiato il pennino, incominciammo ad usarla dopo almeno sei mesi di paginette di aste, vocali e numeri scritti a matita. I miei compagni, quasi tutti più grandi, così come mi vengono in mente, erano: Domenico Dorsetti, Carmelo Morabito, Vincenzo Cozzucoli (U Jocculu), Mimmo Spizzica,  Ciccio Camera, Gianni Cannizzaro, Duccio Tripodi, Franco Zampaglione (Anchi 'i merru), ed altri. Nella Villa accanto a casa Pellicanò, dove ora c'è un ambulatorio medico, c'era la sezione femminile. Insegnante la Maestra Grazia Strano (A Sigritaria), con le seguenti alunne: Maria Sgro (Troccula), Gianna Spizzica, Elsa Vitrò, Paola Crea, Franca Neto, Mimma Billari, Mariettina Spizzica, Linuccia Gullì, Margherita Pellicanò, Carmela Scaramuzzino, Pina Scaramuzzino, Rina Calabrò  ed altre. Allora in quasi ogni Frazione esisteva una scuola. A S. Luca c'era una pluriclasse per i bambini di S.Luca e in genere gli insegnanti venivano da Reggio o da altri Paesi perché era considerata una sede disagiata. A Fossatello c'erano diverse classi per gli alunni del Serro, Ruvulu, Calamaci e Fossatello stesso. Lì insegnavano Donna Lella e il Prof. Lorenzo Ligato. In una sala della Torre insegnava la Signora Cognetta Annunziata. Alla Filanda la Signora Marietta. In Via dei Martiri i la Signora Alba Pellicanò. A Gurgori il Professore Scaramozzino Giuseppe. L'anno successivo la mia classe fu spostata in Via dei Martiri Trav. I^ ed ho avuto come insegnante la Signora Alba Pellicanò. La classe (mista) era composta da: il sottoscritto naturalmente, Duccio Tripodi, Gianni Cannizzaro, Nino Pizzichemi, Natu u "Furgiaru, sua sorella, una certa Gattuso, Paolo Fallara, Ciccio U Pilannu, Nino Purbirata, una della famiglia dei "Ragni", Vincenzo Crastaria, Giovanni Priolo, Carmelo Morabito, Vincenzo Pellicanò, Franco Cirillo di Gurgori, Franco Zampaglione e forse qualche altro. In Via Morisani nella classe III^  insegnava il Prof. Scaramozzino Giuseppe e tra i suoi alunni c'erano: Cola u Lupu, Bruno Priolo, Livardi Morabito, Carmelo Scaramozzino, Franco Pellicanò (Cacafocu), Melu U Coculu, Cicciu U Coculu, Giovanni Spizzica. Alla Torre classe IV^ tra gli alunni della Signora Cognetta Annunziata ricordo: Francesco Pellicanò del Casaluccio, Ninu u Rignanti, Santo Tripodi, Ninu Silivoti, uno dei Bolla di Marcelluzzo, Santo Scaramozzino, Tommaso Fallara, Livardi Gualtieri, Giovanni Morabito. Ancora a quel tempo durante la ricreazione venivano distribuite delle fette di pane con sopra spalmato formaggio fuso e marmellata, distribuiti dall’UNRRA, rimanenze del piano di aiuti americani, meglio conosciuto come Piano Marshall. La terza elementare la frequentai sempre nella stessa scuola, ma cambiai insegnante. Alla Signora Alba subentrò suo marito il Prof. Ligato. Allora la scuola elementare era suddivisa in due cicli, il primo: prima e seconda classe; il secondo: dalla terza alla quinta classe. Ecco il perché dell'avvicendamento degli insegnanti. Comunque ero sempre il più piccolo d'età, forse il più secchione della classe e quindi antipatico ai compagni che, ad ogni occasione, accusavano di dispetti ed altro. Il maestro, quasi sempre comminava castighi spropositati, botte di verga sulle mani, pugni in testa e, quando andava bene, puniti dietro la lavagna. Erano altri tempi, il professore Ligato, ex Ufficiale dell'Esercito, ostinatamente ci faceva cantare Fratelli d'Italia, la Canzone del Piave, recitare “Il sabato del villaggio” (La donzelletta vien dalla campagna”, ecc. Si immedesimava alla canzone e si emozionava fino alle lacrime, con ilarità e ludibrio da parte nostra. Andò avanti fino alla fine dell'anno scolastico. L'anno successivo, in quarta, dopo pochi giorni di scuola, probabilmente a causa di una litigata con un compagno per qualche "castedhu di nucidhi" ebbi una severa lavata di capo con conseguente punizione di molte bacchettate sul palmo delle mani. Arrabbiato per l'ingiusta punizione, scappai da scuola e piangendo giurai alla mamma che  dal Prof. Ligato non ci sarei andato più. Allora i maestri, quasi tutti di Fossato, gestivano la scuola in modo familiare e spesso si ergevano a figura paterna/materna con tutti i diritti/doveri di premiare e castigare. Tanto i nostri genitori, occupati tutta la santa giornata nelle campagne, non avrebbero mai osato in alcun modo contestare ili loro operato: tutt'altro .... <Signura maistra, su figghjiolu non si faci i lizzioni e faci u scustumatu, minati non mi crisci pilu. Avi mi capisci chi nui facimu randi sacrifici mu mandamu a scola>. In quarta mi spostai di nuovo in centro, questa volta a lezione dalla Signora Strano (A Sigritaria). La classe era mista perché in mezzo a tutte quelle ragazzine oltre a me c'erano Mimmo Spizzica e Vincenzo Cozzucoli. Oltre le vergate sulle mani, A Sigritaria, per castigo menava certi scapaccioni che ti facevano girare la testa per un buon quarto d'ora e il massimo della punizione era indossare le orecchie d'asino e restare in ginocchio nel cortile alla vista di tutti i passanti che divertiti ci schernivano a voce alta. Era il tempo dei bei temi quali: una gita in campagna, i miei genitori, la mia maestra, il mio compagno di banco. Incominciavamo i problemi tipo vendita, acquisto, guadagno, ricavo, sempre più complicati con quattro e più operazioni. Continuavo ad essere secchione e, specie nei problemi di aree e superfici, ero, scusate la mia ...., insomma ero il più bravo ed il più veloce. Confesso malignamente che interponevo il braccio tra me ed il mio compagno di banco per non farlo copiare (malignità). Nell'anno scolastico 1959/1960 arrivai alla V classe e agli esami di ammissione. Allora era obbligatorio sottoporsi a tale prova per avere l'accesso alle scuole Medie. La scuola fu trasferita in Via Morisani, dove c'erano due stanze ampie e nuove, e finalmente un bagno (gabinetto). Prima i bisogni si facevano alla fiumara. L’insegnante era il Prof. Ligato. La prima fila dei banchi era occupata da: Nino Pizzichemi, Gianni Cannizzaro, Carlo Calabrò, Mimmo Pellicanò (io); a seguire sul lato destro addossato al muro: Pino Verduci, Salvatore Tripodi (U figghjioledhu), Vincenzo Pellicanò. In seconda fila, Paolo Fallara. Ninu Purbirata, Carmelo Morabito, Franco Zampaglione (Anchi 'i merru), Ciccio Macheda. In terza fila, Carmelo Sgro (Sguassa), Carmelo Pangallo (U Zingaru), Vicenzu Crastaria, Franco Cirillo di Gurgori, Carlo Alampi. In quarta fila, Bruno Billari (Ziridhu), Totò Costarella, Peppi Alampi, Stillitano Giovanni (Farinedha) Addossati alla parete lato finestre, Mimmo Spizzica, Vincenzo Cozzucoli e Franco Cirillo di Fossatello.  Non vorrei aver dimenticato qualcuno, purtroppo non ho alcuna foto ricordo, né so se qualcuno ancora ce l'abbia.

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