"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

DIZIONARIO FOSSATESE  LETTERA "Z"

  • Zafaredda: (anche zaharedda, con acca aspirata) un tessuto preso dal tarlo (pigghiatu da camula, vedi: camula), quindi ridotto a griglia. Specie di nastrino colorato .S'indicava il tessuto delicato ma a rete per il fondo di crivelli particolari: crisaredda.

  • Zafariotu: (o, secondo alcuni, anche zahariotu, con la acca molto aspirata; o anche zaffariolu) imbroglione, commerciante. Sinonimo di bazariotu. Dallo spagnolo, chafallon, imbroglione. All'origine era un raccoglitore/venditore di ferro vecchio; il termine è rimasto come soprannome per diverse generazioni attaccato alla famiglia che esercitava questo mestiere.

  • Zagara: (dall'arabo zahr, zahar, fiore d'arancio): fior d'arancio. In generale tutti i profumi o gli aromi tipici degli agrumi e della flora mediterranea.

  • Zainu: zaino (frequentemente detto anche tascapani); s'indicava soprattutto lo zaino del cacciatore; sorta di sacca di tela grezza appesa a tracolla, nella quale si portava la cacciagione.

  • Zainu chinu.... zainu vacanti: zaino pieno: molta caccia; zaino vuoto .. poca o niente.

  • Zambara: strumento musicale: sorta di fischiotto realizzato con canne: una grossa (1,5/2,00 cm. di diametro per circa 20 cm. lungh.), sulla quale venivano praticate delle tacche (note), e dalla parte opposta una sola tacca: sfiato; e, una cannetta chiusa da una parte ed infilata a tenuta. In quella piccola si operava un taglio longitudinale d'alcuni cm. lasciando una lamella che vibrasse al passaggio dell'aria. Si ottenevano suoni discreti, anche se un po' fessi; era anche possibile suonare in concertino. Dall'arabo, zammara: fischietto a due canne.

  • Sintistivu chi zambara: avete udito che suoni, certamente non da flauto, ma non scordati. Avete sentito che tosse. Avete sentito che richieste...

  • Mi pari na zambara: (detto di persona), si fa notare per il suo parlare, per i suoi atteggiamenti non armoniosi. (fa la spia).

  • Zambari: sbattere. buttare, cadere violentemente; dar ...ceffoni

  • U zzambai 'nterra: lo sbattuto per terra.

  • Nci zzambai nu puntatuni: gli ho dato un calcione.

  • Zambiru: (o zambaru) cafone, scortese, prepotente, stupidotto. Era l'appellativo che, frequentemente, la gente di città, appioppava ai campagnoli e, ciò provocava violente reazioni di questi ultimi, con non rare scazzottature ....e, qualche ferita da coltello. E' certamente una variante dell'arabo tammar (villano, contadino, zotico) che si presta meglio alla trascrizione tamarru, vedi voce.

  • Zampogna: zampogna; comunemente detta ciaramedda. (vedi)

  • Zangreu: zotico, villano. Probabilmente dal greco zanklaios: uomo dalla falce, contadino.

  • Zanniari: [vedi zannu] in senso stretto, sarebbe: far vedere le zanne (denti), cioè ridere, scherzare ma anche fare un po' di chiasso, prendere in giro, sfottere.

  • Ma va, non zzanniamu!: ma via, non scherziamo; siamo seri;

  • Ndu zzanniammu tutta a sirata: l'abbiamo preso in giro per tutta la serata.

  • Chi surdati ...pò zzanniari, ma chi santi non ti fidari!: scherza con i fanti, ma non scherzar coi Santi!

  • Pirchì i Santi zzanniati: perché prendete in giro i Santi!.

  • Zannu: (dal latino sannio, onis: buffone): scherzo...divertimento.

  • Zanzarera: tela a rete sottile per proteggere dalle zanzare e dai moscerini .

  • Zassa: donna di facili costumi, che si attacca facilmente a più maschi. non soddisfatta mai nei suoi appetiti sessuali, ... sfacciata.

  • Zibbibbu: zibibbo, qualità d'uva da tavola molto profumata dal colore bianco dorato.

    Le viti che producono quest'uva son molto rare, perciò è difficile produrre in quantità da vinificare, almeno, a queste altitudini!.

  • Zinedda (pl. Zineddi): l’intestino tenue del capretto e o dell’agnellino . Si attribuiva a persona di poca buona volontà ed era molto offensivo. Molte persone.... lo avevano come soprannome. Potrebbe essere una corruzione di Duodeno = zimenu , in dialetto siciliano...arabo? E’ sinonimo di stigghioli. E' anche un modo di cuocere e servire l'intestino tenue di capretto o agnellino ancora lattante: pulito ed avvolto in stelo di prezzemolo e quindi fritto in olio: veloce, veloce!

  • Zingariari: commerciare, trafficare con compre e vendite.

  • Zingaru: zingaro, nomade. Chi traffica con compra vendita d'asini, muli...e con piccoli commerci. Ma significava anche persona furba, attenta, maliziosa, particolarmente attenta ai propri interessi.

  • Zinzula: schiaffetto. In senso spreg.: schiaffone.

  • Ti rriva na zinzula! te ne arriva una!

  • Zoticu: (dal greco zodikòs, rozzo): rozzo, zotico, un po'...ignorante; stupidotto

  • Zubbu: (sinonimo di Jssala, vedi), serviva per contenere la biancheria sporca nella attesa del bucato. Significava anche: uomo piccolo di statura ma dotato di organi sessuali molto grandi, dei quali, però, non ne faceva uso appropriato!

  • Zucca: erba spontanea utile per foraggio e per l'alimentazione umana, se ben cotta. Rompendo il fusticino, a cannula, si ottiene un profumato latice...ma appiccicoso.

  • Zucca: testa, intelligenza. E' sinonimo di cucuzza (vedi).

  • Ndavi sali nda zucca (nda cucuzza): ha sale in zucca (come in lingua).

  • Zumbicu: grosso insetto brunastro: calabrone (raramente striato di giallo); la femmina ha un pungiglione il cui morso provoca dolori e bruciori violenti. Ingenuo strumento che produce

    suoni vagamente simili a quelli prodotti dall'insetto. Ad una cordicella sottile e lunga qualche metro si legava ad un'estremità una sottilissima striscia di legno ( p.es. il decimetro di un metro di legno da artigiano); afferrando la cordicella ad un'estremità si faceva roteare violentemente, muovendo un braccio in circolo al di sopra della testa,, il vorticoso movimento della striscia di legno produceva un rumore (vru...vru...vru...) simile ad un tipo di fischio. L'ingenuo giocattolo si chiamava anche zzurrialoru ( onomatopeico ). Riferito a persona significa che si fa ben sentire appena si muove.

  • Zumbili: (usato soprattutto in agricoltura di collina montagna), contenitore composto da un sol pezzo di canne tagliate a strisce, verghe di giovane castagno, di giunco, di vimini intrecciate orizzontalmente e verticalmente; di forma cilindrica, talvolta con coperchio, che può sostituire sia la cesta che il basto degli equini. Dall'arabo, zinbil: sporta di foglie di palma.

  • Zunzaredda: incitamento apprezzativo nei confronti di neonati o bimbi per fare il "ruttino".

    Era una poesia vedere i prossimi parenti coccolare il bimbo che ha appena finito di poppare, con mille moine si stimolava a produrre il famoso "ruttino" per liberarsi dell'aria ingurgitata; o, quando, in caso di singhiozzo fastidioso, si doveva aiutare a capire il meccanismo per subire il minor danno possibile, come se, questa parola che non ha alcun senso ma è onomatopeica, fosse magica. E' facile usare la stessa espressione, con senso ironico sarcastico, nei confronti di persona adulta... che, invece, fa il suo rumoroso rutto... talvolta a bella posta.

  • Zurgu: si indicava così un giovane robusto e molto capace nel lavoro, ma non di intraprendere iniziative. Potrebbe significare: poco attento, lento di comprendonio.

  • Zurriari: fischiettare, zurliare, girare attorno- onomatopeico Produrre rumori simili ad un fischio, rotondeggianti, di varia intensità e timbro.

  • Mi zurrianu i ricchi: mi fischiano le orecchie.

  • No zurriati tantu i sti parti!: (severo avvertimento), non fatevi vedere spesso da queste parti.

  • Zza!: ordine alla capra di allontanarsi, fermarsi, correre. Tipico per le capre. Per le pecore si usava hoscia ccà! (vedi).

  • Zza! te: per chiamarla. zza! dda: per allontanarla.

  • Zzaccanu: (detto anche tavulatu) recinto costituito da assi di tavole orizzontali, inchiodate su supporti verticali che, pezzo per pezzo, legati con anelli di fil di ferro, chiudevano un certo spazio, sufficiente ed occorrente per contenere il gregge. Ciascun pezzo era di solito costituito da almeno tre/quattro assi orizzontali, lungo da tre a cinque metri. Il gregge stazionava almeno qualche notte sotto ogni albero d'olivo per una buona concimazione ecologica. Incaricati dai proprietari, custodi del gregge, operai, dovevano provvedere di tanto in tanto a spostarlo per poter coprire tutta l'area da concimare. Il proprietario del terreno, se non poteva offrire pascoli doveva pagare per il servizio reso.

  • Zzaccanari: condurre il gregge dentro il recinto (zzaccanu); portarlo a dormire; dormire.

  • Eh qquantu zzaccanastivu ndi sta casa?!: eh, quanti avete trovato posto per dormire (arrangiandosi, magari, su una panca!), in questa piccola casa?!.

  • Zzappa: lastra di ferro acciaiato, di varia forma e dimensione fornita di manico di legno.

    Normalmente 10/12 x 18/20 cm, con un occhio per infilare il manico. Marretta è una particolare zappa, piuttosto larga ma non molto lunga e serve per fare i solchi nell'orto.

  • Lingua i zappa: lingua lucida e pulita, chi parla chiaro.... ma parla molto.

  • Non faci na zzappa i lignu: incapace di far qualsiasi cosa, svogliato.

  • Non fici mai na zzappa i lignu: non ha mai fatto nulla, né di bene, né di male.

  • Lucenti comu na zzappa: lucido e pulito come una zappa usata; personalità limpida.

  • Zzappinu: pino marino. Dal latino, sapinus: abete.

  • Zzappudda: è una zappa ...un po' più piccola; ma serve per un particolare uso: muovere appena la crosta di terra superficiale per consentire una buona ossigenazione: zappettare il terreno dopo qualche tempo della messa a dimora d'alcuni generi di piantine da orto e giardino. Un arnese particolare era usato per zappettare il grano al campo (vedi pani); così come, secondo le abitudini e necessità, veniva adattato l'arnese alle varie esigenze: più stretto e lungo; più largo e corto; con uno o più cornetti posteriori....

  • Zzappuliari: zappettare (caratteristico lavoro per i cereali, vedi pani), coltivare con molta attenzione, un giardino, la terra di campagna, un'amicizia.

  • I ssi parti zzappuliu eu: da codeste parti... bazzico, coltivo qualche interesse: ho la ragazza, delle amicizie; perdo il mio tempo.

  • Zzappuni: zappa munita, nella parte opposta alla lama, da un corno, per scavare e dissodare il terreno, dello stesso metallo della lama.

  • Zzappuneddu: della stessa forma, ma un po' più piccolo du zzappuni.

  • Ti sacciu zzappuneddu!: conosco le tue capacità, la tua volontà.

  • Zzardica, zzardichi, zzardichedda, zzardicheddi: lo sentivo spesso in bocca ai cacciatori i quali si riferivano certamente ai cuccioli del ghiro, ma credo che, più in generale, significhi piccoli, cuccioli di una qualsiasi specie di selvaggina e/o di cacciagione. Per estensione del significato è stato anche usato per indicare sia un piccolo animale domestico che per un " omuncolo", in tutti i sensi.

  • Zzaurdeddi: (se esiste e qualora venga usato.. il singolare : zzaurdedda): escrementi di piccoli o piccolissimi animali; matassa di piccoli fili imbrogliati, non lineari; discorsi non razionali, tendenziosi, maligni e senza ...appoggi. Il modo di parlare di "certa gente" che vuol dire tanto, ma che non riesce a concluder nulla, sicché alla fine non ha detto e nessuno ha capito.

  • Zzaurdu: sudicio, sporco; zotico.Termine di importazione dall'area etnea. Potrebbe derivare dallo spagnolo zaburda, porcile.

  • Zzazzira: capelli lunghi, disordinati, scompigliati . Sinonimo di sporco, sozzo.

  • Zziani: gli zii, tutti gli zii: paterni, materni... dei nonni... tutto il parentado.

  • Zzicca: zecca; insetto; piccolo acaro. Frequente portatore il cane, del quale ne sugge il sangue .Trasmette pericolose malattie infettive sia agli animali domestici che all'uomo, oggi molto raramente grazie alla possibilità di pulizie igieniche adeguate. Febbre bottonosa!

  • Pari na zzicca: sembra una zecca; si attacca come una zecca.

  • Vi pigghiaru i zzicchi?: vi hanno morso le zecche?... ad un tale che non sta un attimo fermo.

  • Zziccardata: avrebbe il significato di buffetto, anche se spesso era veramente punitivo.

    La si produceva ripiegando uno delle quattro dita sul polpastrello del pollice e facendolo scattare violentemente in avanti e sul bersaglio. Povere orecchie di chiassosi bambini.... in ambienti dove bisogna rispettare l'ordine, il silenzio. Il gesto si faceva anche in alcuni giochi: a bbuttuni, tica tac e funtanedda - e nuciddi, a fossitta,o singheddu...

  • Nci minau ddu zziccardati nde ricchi: gli ha dato due .... segni... alle orecchie.

  • Cu tri zziccardati u bbuttuni avi a jjri nda funtanedda: con tre colpi bisogna mettere il bottone dentro il cerchio.

  • Zziccari: ficcare, mettere, appioppare.

  • Zziddunata: (pron. zeta aspra) :un violento colpo di diarrea... con le flautolente conseguenze musicali. E' normale usarlo riferendosi ad animali... ma talvolta si scherza pesante.

  • Vu siti bbonu quantu a na zziddunata: valete proprio... quanto una diarrea.

  • Zzidduni: diarrea. Per i quadrupedi...era facile si verificasse nel periodo marzo/maggio a causa dell'alimentazione con erbette troppo tenere. Di solito per le persone si usa un altro termine (sciorta), ma, volendo sfottere un po'... si dice anche zzidduni.

  • Zzimba: stalla per maiali; generalmente luogo molto sporco.

  • Pulizzativi a zzimba: pulitevi il naso. La frase, secondo il contesto, assumeva anche il significato di ripulirsi, nel senso morale, emendarsi da errori .

  • Nci pulizzai a zzimba: gli ho dato una ripulita; gli ho dato una strattonata; l'ho richiamato.

  • Pari na zzimba: luogo molto sporco e maleodorante.

  • Nda me zzimba ndaiu ddu porci: nella mia stalla ho due maiali, cioè posso permettermi di allevare ed ingrassare due maiali; sto benino economicamente.

  • Nci pulizzaru a zzimba: lo hanno liquidato; lo hanno fatto sparire dalla società che conta.

    Di fatti a zzimba si pulisce completamente ed a fondo dopo aver portato via i maiali.. dopo averli ... uccisi.

  • Zzimbaru: [anche zzimburu] (dal greco kìmmaros, caprone) il caprone; maschio della capra atto alla riproduzione. Si usa come appellativo nei confronti di chi... ha la moglie infedele (cornuto!), ma anche per indicare un Don Giovanni assetato di sesso e che cornifica la propria moglie; è anche chi fa le corna agli amici, li tradisce, si allontana per aderire al gruppo degli avversari.

  • Zzimbeddu: piccola zzimba (vedi), ma anche zimbello, oggetto di scherno.

  • Dda casa pariva nu zzimbeddu: quella casa era sporca e piccola... orribile.

  • Zzimbuni: un angolo di un magazzino (o del frantoio) dove si mettono le olive raccolte in attesa della molitura; spesso protetto da appositi muretti o da un sistema di tavole. Normalmente in vicinanza di un muro esterno per poter produrre un apposito foro dal quale defluisce il liquido, nerastro e flautolente, che si produce se le olive restano per molto tempo ammassate... soprattutto se raccolte con tempo molto umido o, del tutto, bagnate. D'origine greca: da cymba: cavità.

  • Zzimburrari: buttar senza badare.

  • Zzimburratu: buttato a caso, senza ordine, alla men peggio.

  • Zzimburru: (denominazione di una contrada). Può esser voce del verbo.

  • Zzimburrari (buttare alla men peggio); po' anche significare un posto dove tutto è in disordine, buttato senza badare.

  • Zzinnaccu: erbacea o arbusto spontaneo a sviluppo annuale; cresceva nelle zone aride e in terreni ricchi di ferro.

    Ho sorpreso una conversazione.

    Nel mese di agosto del 2003 ho sorpreso una conversazione tra due donne anziane; l'una, molto vicina ai 90, che ha vissuto quasi tutta la sua vita nelle case sparse di campagna e venuta ora, a cagione dell'età, ad abitare presso una figlia, in paese; l'altra, piuttosto vicina agli ottanta o da poco superati, di una classe sociale, secondo lei, medio - alta, con conseguente atteggiamento e modo di parlare con sussiego e generosa scelta della terminologia (proprio per far notare la differente cultura tra lei e la " vecchia" saccente.)

    La giovane: eu durmia sempri nde matarazzi i lana, eh, me' patri mi ccattau a branda chi era ancora figghiola: ho dormito sempre su materassi di lana; mio padre mi ha comprato il letto moderno con rete quando ancora ero bambina. Per definire la sua posizione in una certa classe sociale!

    La meno giovane : eu fua sempri 'ncampagna ma nd'appi sempri nu matarazzu i crinu e unu i lana; i serbi, ambeci, avivinu u matarazzu i "zzinnaccu": ho vissuto sempre in campagna, ma da sempre, per precisare la sua classe, ho avuto un materasso di crine ed uno di lana; mentre il personale di servizio, che viveva nella nostra casa invece, avevano il materasso di "zinnaccu".

    M'avvicino per chiedere chiarimenti ed informazioni; non riesco ad ottenere molto, erano attratte dalla loro disputa e non badavano alle mie, cortesi ed precise domande. Comunque qualcosa l'ho saputa: la servitù mentre portava a pascolo gli animali o mentre falciava l'erba per il foraggiamento in stalla incontrava un'erba o arbusto, spontaneo, perenne, cespuglioso, con rami principali sottili e, allo stato giovane, ancora erbacei, con grandi foglie lanceolate, di fibra molto forte. Cresceva soprattutto nelle zone aride e ricche di ferro e non era accettata come foraggio dagli animali, per cui non veniva falciata. In successive operazione, però, vista la possibile utilizzazione, veniva tagliata e lasciata seccare soltanto alcuni giorni all'ombra; quindi battuta e, le foglie, alcune intere, la maggior parte già rotte, raccolte, servivano per riempire i materassi. Sbriciolavano facilmente e velocemente riducendosi ad una sorta di polvere giallastra, scura, sottilissima….e si doveva provvedere alla sostituzione; ma ciò era possibile - per la servitù - soltanto quando non c'erano altri urgenti lavori in campagna.

    Tutto questo mi hanno riferito, ora l'una ora l'altra, ma nessuna si è spinta un po’ in la per descrivere meglio l'erba o l'arbusto. Tanto ho capito ed ho riferito non potendo fare ulteriori ricerche, per mancanza di definizione iniziale

  • Zzi nuddu: zio nessuno. Uomo di poco conto, oggetto di scherno.

  • Zzinguliari: (anche finguliari) ridurre a straccetti, qualsiasi cosa, soprattutto di tessuti.

  • Zzingulu: (anche fringulu) straccio di stoffa, cencio. Dal tardo latino affringere rompere qualcosa.

  • Zzinnu: piccolo avvertimento; segnetto.

  • Nci ficinu nu zzinnu!: gli hanno fatto un taglio!

  • Zzi peppi: denominazione scherzosa e familiare del vaso da notte, nel senso d'orinale. Però…però…nelle famiglie nelle quali il capofamiglia portava il nome proprio di Giuseppe ed era chiamato Pippinu o Peppi …eh beh! Si cambiava nome all'oggetto chiamandolo, opportunamente, zzi Turi.

  • Zzippula: a: dolce della nonna per Natale, per carnevale, fatto di farina impastata con vino leggermente dolcificato, aromatizzato e fritto nell'olio d'oliva a piccole ciambelle. b) sinonimo di ceffone, calcio, botta malevola, sventola.

  • Ti ministru na zzippula! te ne somministro una....sventola, calcio, ceffone...

  • Zzitaggiu: fidanzamento...prossimo al matrimonio .

  • Zzitu (a): (dal greco zeteùo, cerco) promesso sposo; chi cerca moglie....ed ha già trovato.

  • Zzizza: (a ) seno di donna. Più usato al plurale zzizzi, (b) confusione, caos, disturbo, trambusto. Fare confusione, caos....Entrare in un gruppo senza essere inviatati e/o graditi; provocar liti tra giocatori e/o persone. L'arroganza e prepotenza di alcuni e, talvolta, l'intemperanza di chi non riusciva a subire, spesso produceva...liti di un certo peso...con conseguenze...scazzottature, ceffoni, qualche ferita da arma bianca...e...qualcuno al Padre Eterno. Ma zzizza (pron. zeta dolce....anche se doppie!, potrebbe essere onomatopeico) voleva anche significare animazione, ambiente allegro....e, talvolta, quando la discussione languiva s'invitava qualcuno ad animarla...faciti 'mpoch'i zzizza. Nei vari giochi di ragazzi, giovani e adulti....iuntromettersi per provocar disordine.

  • Zzizzaina: (anche zzizzania) zizzania, gran confusione. Sinonimo di Zzizza.

  • Mintiti a paci, non mintiti a zizzaina: prodigatevi per ottenere la pace, non il disordine.

  • Nda me famigghia non nci furu mai zzizzaini: nella mia famiglia non vi sono mai state discordie di qualsiasi genere... andiamo perfettamente d'accordo.

  • Zzo, zza, zzi, zzu: terminazioni dei diminuitivi: cio, cia, ci....

  • Zzò zzò: qualcosa di dolce che si da ai piccini; in senso ironico dà il significato di: te ne do...

  • Zzò: ciò, quanto detto. Tuttu zzò chi vvoi: tutto ciò che vuoi.

  • Zzotta: (a) pezza di formaggio; potrebbe essere infatti (pi) zzotta; cosa da poco, ma molto importante che non si dovrebbe fare, se non in tempi e luoghi ben definiti. (b) fossetta per piantar alcuni ortaggi: fave, piselli , fagioli , finocchi , patate ...Dall'arabo sawt : solco, fossetta .( vedi anche la voce ratu). (c) botta, percossa. Potrebbe derivar dallo spagnolo, azotar: frustare, percuotere.

    (d) cosa da nulla, da non farsi !

  • A facisti a zzotta!: l'hai combinata bella!, hai fatto una bella sciocchezza!.

  • Zzubbu: ignorantone; zoticone.

  • Zzuccaratu: zuccherato, dolce, gradevole, piacevole.

    Al femminile zzuccarata, indicava una ciambella, non molto dolce, adatta all'alimentazione di ammalati e persone anziane.... oggi fette biscottate.

    Zzuccaratu (a): il fidanzato, la fidanzata; l'amico, l'amica, del cuore.

  • Zzuccuru: (anche zzuccaru): zucchero, sostanza atta a dolcificare.

  • Zzuccuru e mmeli: vi auguro le migliori cose: zucchero e miele!

  • Zzumbiari: sibilare, fischiettare ...sotto lingua .Potrebbe essere un "resto" dello spagnolo zumbar (ronzare).

  • Zzumbicu: (o anche zzumbacu), a) calabrone nero; insetto che fa ronzio. Diventato facilmente soprannome ed usato con frequenza. b) un giocattolo sonoro che ci si poteva costruire da bambini: una listarella di legno sottile, tipo un decimetro del metro snodabile, legata da una parte ad un sottile spago di circa un metro; facendo girare velocemente questo legnetto si otteneva una sorta di fischio che, si poteva anche mdulare. Vedi Giochi.

  • Zzunzufarica: (o zunzuvarica) una qualità di oliva da mettere in salamoia, comunque non adatta alla produzione di olio. Di forma rotondeggiante e con molta polpa.

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