PERSONAGGI FOSSATESI

 

 

La storia di Fossato è stata scritta nel bene e nel male con il passare degli anni da gente comune, contadini, braccianti, qualche professionista, qualche insegnante comunque attori diretti ed indiretti della evoluzione economica, sociale e culturale del paese stesso. Per quanto la mia memoria ricordi, senza fare torto a nessuno per gli anni che vanno dagli anni 50 agli anni 70 i personaggi famosi secondo un mio modesto giudizio sono:

 

 

 

DON ANGELO MEDURI

Don Angelo Meduri arrivò a Fossato subito la fine della guerra, prima come prevosto di Don Giacinto Gullì, ormai su con gli anni e non in condizioni di salute e poi come vice parroco di Don Giuseppe Pensabene.  Assunse le redini della parrocchia nel 1948. Giovane prete dovette affrontare non tante difficoltà nei primi anni del suo ministero. In quegli anni a Fossato, la gente era divisa in due grosse fazioni. Da una parte i Cattolici democristiani e dall'altra i cosiddetti "Compagni" comunisti, anticlericali ed ostili al giovane pretino. Si narra di minacce piuttosto gravi da parte di qualche esaltato nei suoi confronti. Una volta ambientato e accettato dalla popolazione portò avanti una nobile e buona missione catechistica nel paese. Da quanto posso ricordare aveva un difetto che non riuscì ad eliminare nel corso della sua permanenza a Fossato, si interessava di politica, si dice che era lui a manovrare, spostare, appoggiare i candidati nelle elezioni amministrative. A quei tempi la politica era una lotta acerrima ma corretta tra i due partiti con più elettori: La Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista. Durante le elezioni era una lunga e sottile strategia per accaparrarsi il voto degli elettori. Ricordo che davanti ai seggi i rappresentanti di lista controllavano, suggerivano ed istruivano fino all'ultimo momento i loro amici. Don Angelo, nel corso del suo apostolato, riuscì a coinvolgere buona parte dei ragazzi e delle ragazze. In quegli anni l'Azione Cattolica era il punto di attrazione per i giovani e le riunioni settimanali erano obbligate. Ricordo la vecchia canonica in legno dove la sera ci ritrovavamo per chiacchierare ed il piccolo suo cane di nome Tanì che veniva a rosicchiarci le scarpe da sotto il tavolo. Poi la vecchia canonica fu ricostruita, c'era un ampio salone dove la domenica mattina veniva proiettato un film, quasi sempre a trama religiosa, e due altre stanzette dove c'era il calcio balilla, il bigliardino. Bisognava fare la fila per potere giocare una partita e le gare tra le varie coppie di giocatori erano sempre accese. Ricordo ancora che, da giovanotti, quasi lo obbligavamo ad affermare che rubare arance, mandarini e frutta varie nelle campagne e nei giardini non era peccato se il corpo del reato non superava la capacità di "nu panaru". In occasione della Festa della Madonna del Buon Consiglio con l'aiuto della Commissione riusciva a coniugare perfettamente i festeggiamenti religiosi con quelli civili. Ricordo la chiesa adornata con grandi apparati di stoffa di colore rosso e giallo, le messi cantate e solenni, e la processione che portava il quadro della Madonna in tutti i rioni e frazioni. Poi l'immancabile cinema all'aperto in Piazza Municipio, i fuochi d'artificio e il ballo "du sceccaredhu" in piazza. Qualche artista ad allietare la serata dei fossatesi con performances canore. Qualche volta si allestiva qualche piccolo spettacolo teatrale. La sua vita sacerdotale durò oltre un cinquantennio. Poverino gli ultimi mesi della sua vita li passò a letto, minato da in male incurabile che lo portò alla morte. Fu una sua iniziativa il restauro della chiesa, finanziato dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali della Regione Calabria, che dopo tantissimi anni eliminarono le sbrecciature dei muri, gli spifferi, il pavimento fatiscente ed altro. Sono testimonianza i magnifici mosaici che ricoprono quasi tutte le pareti. In occasione della festività dei morti ho visto la sua tomba e mi sonno sinceramente commosso nel ricordarlo. Per suo volere negli anni '90 è stata edificata la chiesetta dedicata alla Madonna di Lungja. La sua opera di completamento e di abbellimento della chiesa è stata portata a compimento dall'attuale parroco Don Carmelo.

Il 5 febbraio 2011 la commemorazione a dieci anni dalla sua scomparsa.

 

 

 

Il Cavaliere Domenico Tripodi (U Bossu): 

Non è facile raccontare, per me che l'ho conosciuto nelle sua maturità, la vita del Cavaliere del Lavoro Domenico Tripodi, comunemente chiamato in paese ed in tutto il territorio limitrofo Don Micu "U Bossu". Proverò comunque aiutato dai ricordi personali e da riferimenti di dominio pubblico a parlare di lui e di tutto quello che è riuscito a fare. Piccolo commerciante a livello locale di olio, frutta e generi alimentari nella sua prima gioventù, durante la II° guerra mondiale debutta alla cronaca per i suoi continui viaggi attraverso i campi con diversi quadrupedi stracarichi di generi di prima necessità (olio, vino, verdura e frutta di ogni genere prodotta in agro di Fossato, che rivendeva a Reggio, affamata e distrutta dalla guerra e dai numerosi bombardamenti. Tra i suoi primi dipendenti come conducente degli asini ebbe tale Gualtieri del Casaluccio, giovane volenteroso su cui aveva riposto la sua fiducia. Il carico di ritorno era pasta, zucchero, caffè ed altro che rivendeva in paese. In quegli anni ebbe anche la licenza per aprire un tabacchino con annessa rivendita di generi alimentari. Gli affari prosperavano e stimolarono la sua qualità di imprenditore. Con un camion trasportava ogni genere alimentare da Reggio fino a Montebello dove aveva affittato dei locali utilizzati come magazzino. Poi da Montebello, a dorso d'asino e di mulo, la merce veniva trasferita a Fossato lungi la fiumara, che veniva percorsa mediamente con quattro viaggi giornalieri. I conducenti degli animali da soma erano un Montebellese e un altro che abitava dalle parti da Nunziata, un certo "Pirrichinu". Ebbe l'appalto per il trasporto dal deposito dei Monopoli di Stato di Melito Porto Salvo dei generi di monopolio da distribuire alle rivendite di Montebello e Fossato. Il lavoro rendeva e con il relativo guadagno, decise di fare il salto di qualità. In data 8 marzo 1947 comprò a Roma da tale Giuseppe Abate un autobus il 621 per l'ingente somma di lire 140.000 (per l'epoca, residuato bellico da adibire al trasporto pubblico verso la città di Reggio, famosa la satirica poesia del Dottor Paolo Tripodi allorquando giunse per la prima volta durante l'estate l'autobus a Fossato lungo la fiumara polverosa. (cliccando sulla parola seguente documenti si potranno visionare le copie dell'atto di acquisto e le pratiche per l'immatricolazione del mezzo). In verità qualcuno lo aveva preceduto, in data 10 dicembre 1946 (Il sig. Belviso Vittorio aveva ottenuto l'autorizzazione dall'allora Sindaco di Montebello per il servizio di trasporto pubblico tra Fossato e Reggio, ma fino a quando fu esercitato non è a mia conoscenza. Fatto sta che, rilevò la concessione in possesso di tale Pellicanò Giuseppe e associatosi con Domenico Foti di Montebello (Don Micuzzu) che espletava anche il mestiere di primo autista delle neonate autolinee Cav. Domenico Tripodi. A quei tempi ancora la strada non raggiungeva Fossato e bisognava, specie durante la stagione invernale quando le fiumare erano in piena e l'autobus non poteva raggiungere il paese, effettuare il trasbordo dal ponte di Montebello e poi attraverso lo stretto omonimo fino alla Borgata Casaluccio. Il Cav. Domenico Tripodi fece effettuare questo servizio con un altro mitico mezzo: un vecchio Dodge a tre assi, telonato e attrezzato di panche di tavole sul cassone. Per dieci lunghi anni nella stagione invernale il Lupo del Fiume, condotto da Domenico Minniti detto "U Lupu" e con Carmelo Tripodi (U Tinturi) bigliettaio trasbordo generazioni di Fossatesi. Mentre con la bella stagione, sempre lungo il greto polveroso della fiumara l'autobus di linea poteva completare agevolmente il servizio da Fossato per Reggio e viceversa. Allora il mezzo veniva ricoverato in una vecchia rimessa all'interno del piazzale della Torre, ma non poteva essere chiusa la porta perchè la lunghezza del mezzo era superiore alla  lunghezza del locale. Poco importava, una volta ricoverato di notte veniva chiuso il cancello della Torre così si garantiva la sicurezza. Con il passare degli anni vennero acquistati altri mezzi, il Super Taurus, il Leoncino, il 626, 640, il 642, il 682 e via via tanti altri ad ammodernare il parco macchine della Ditta. Di conseguenza anche il personale ebbe un rapido incremento, per quanto posso ricordare alcuni nomi quali Don 'Ntoni Perpiglia, i suoi figli Nino e Vincenzo, i fratelli Tripodi di Montebello, Don Vincenzo di San Lorenzo, Nino Malara, Pepè Malacrinò.i fratelli Principato di Fossato, Nino Tomo e poi tantissimi altri fino ai giorni nostri, la maggior parte figli o parenti dei vecchi dipendenti e di cui non saprei riferire il nome. Oltre agli autisti c'erano anche i bigliettai, il primo in assoluto il giovane Nicola soprannominato "Pistici", Umberto Millefiori, Carmelo Spizzica (L'Arciviscuvu) ecc. ecc. Ebbe anche l'appalto del trasporto di effetti postali. Il primo autobus che partiva da Reggio alle 06.50 del mattino faceva il carico presso Poste Ferrovie e Reggio e poi lungo la strada scaricava a Pellaro, Lazzaro, Saline, Montebello e Fossato. Gli affari prosperavano e il Cav. Domenico Tripodi attrezzò anche in Piazza Carmine, coadiuvato dal genero Arcidiaco un grosso deposito di generi alimentari e granaglie all'ingrosso che diede l'opportunità a tante altre persone di trovare un lavoro sicuro. La maggior parte dei suoi dipendenti era fussatota, persone conosciute e di fiducia che ripagavano con il loro onesto lavoro "U Bossu". Nel 1958, credo, aprì anche una linea con diverse corse da Motta San Giovanni per Reggio ed una corsa, come pure da Fossato per Melito e per quanto riguarda la mobilità garantiva egregiamente lo spostamento di moltissime persone in orari comodi per gli accessi ai vari Uffici della città, alle strutture ospedaliere della zona. Intere generazioni di studenti hanno frequentato le scuole superiori della città, l'università, diecine di operai ed impiegati raggiungevano il posto di lavoro. Anch'io, anche se per poco tempo, utilizzai l'autobus per frequentare il Liceo a Reggio. Si partiva alle sei del mattino, ancora assonnati e al buio, con la seconda corsa e si rientrava per le 15.30 circa con il pulman che partiva da Piazza Carmine alle 14.00. Ricordo che a quel tempo, ottobre del 1964, a Tokio venivano effettuati i giochi Olimpici, e noi giovani non potevamo conoscere i risultati delle gare effettuate in piena notte, poco importava, sapevamo che il Cav. Tripodi controllava personalmente la regolarità del servizio, e quasi ogni mattina alle 7.20 saliva a bordo dell'autobus presso l'aeroporto di Reggio con l'immancabile Gazzetta sottobraccio. Ci conosceva tutti personalmente ed era normale che ci porgesse il giornale per leggere le notizie, nello stesso tempo garbatamente e con il massimo dell'educazione ci chiedeva il biglietto o l'abbonamento da controllare. Un doveroso ricordo alla simpatica persona del Cav. Domenico Tripodi che si è prodigato a favore del suo paese e dei suoi abitanti, dando per la sua parte lavoro e benessere a tantissime famiglie e che ha consentito a tantissimi studenti di completare gli studi, diventare professionisti, impiegati e imprenditori.

ORARI AUTOLINEE

DA FOSSATO IONICO - MOTTA SAN GIOVANNI PER REGGIO CALABRIA - MELITO DI P. S.

 

 

 

 

 
   

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